Di sregolatezze e di felici eccezioni

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Non amo i carciofi.
Mi è costato anni riuscire ad ammettere questa triste verità. Ho sempre temuto lo sguardo di compassione che mi viene lanciato dalla persona a cui è diretta l’ammissione. Così come ho sempre temuto la putnuale domanda “Ma com’è possibile?”, come se fossi impazzita o provenissi da chissà quale pianeta. Ricordo che quando ero al liceo andava di moda una trattoria a Cerda, piccolo paese nella provincia di Palermo noto per la copiosa produzione di questo ortaggio, in cui tutti i ipiatti proposti dall’immenso menù fisso contenevano carciofi, carciofi e ancora carciofi. Forse soltanto i dolci ne erano esenti. Prima o poi arrivava sempre quel periodo dell’anno in cui, inesorabilmente, qualcuno proponeva di fare una gita a Cerda per andare a farsi una scorpacciata di carciofi e, anche se magari c’era nel gruppo quello che mi piaceva un sacco, la mia repulsione per i suddetti mi faceva preferire declinare l’invito piuttosto che farmi scoprire a detestarli. Non potete avere idea di quanto la mia immaginazione abbia dato il meglio di sé per trovare ogni volta una scusa diversa che giustificasse la mia impossibilità ad andare.
Oggi sono “guarita”, affermo con determinazione la mia avversione e affronto l’incredulità altrui con un’alzata di spalle. Ma, come spesso capita, ci sono due eccezioni, due piatti in cui il carciofo la fa da padrone ma che amo molto. La prima eccezione sono i carciofi fritti. Li amo tagliati a fette sottili e o infarinati e fritti, o a cotoletta. Giammai in pastella perché l’interno mi resta “bollito”.
L’altra eccezione è un piatto povero tipico della cucina siciliana: la ‘mbrugghiata di cacoccioli. I cacoccioli sono i carciofi in siciliano, la ‘mbrogghiata invece rappresenta qualcosa di molto imbrogliato, in italiano si potrebbe tradurre in “pasticcio” o qualcosa del genere. Insomma, getta tutto dentro e mescola come un dannato!
Ammetto di scartare spesso i pezzi più grossi di carciofo, con somma gioia di chi siede vicino a me a tavola a cui li regalo volentieri, però è davvero un piatto che amo moltissimo. E, per questo, lo condivido volentieri con tutti voi, amanti dei carciofi o meno.

P.S. Il topinambur mi piace… “Ma com’è possibile???”

‘MBRUGGHIATA DI CACOCCIOLI

Ingredienti per 4 persone

4 carciofi
2 uova
2 cucchiai di olio extravergine di oliva
1 cucchiaio di pecorino grattugiato
sale
pepe

Ogni piacere non è tale fino in fondo se non segue a qualcosa di non piacevole. Nel caso dei carciofi la vera “camurria” (seccatura per i non siciliani) è la pulizia degli stessi, ma tant’è… Iniziate quindi togliendo le foglie esterne ai carciofi . Private delle punte i carciofi così mondati e tagliateli a spicchi. Scaldate l’olio in una padella e fateci saltare i carciofi finché non cominciano a dorarsi. Aggiustate di sale e pepe abbassando la fiamma.
A parte, sbattete le uova con il pecorino e versate il composto sui carciofi mescolando velocemente finché le uova non cominciano a rapprendersi. Togliere dal fuoco e servire immediatamente!

(La foto è lariuzza forte ma cosa vi aspettavate da una ‘mbrugghiata?)

Questa e altre ricette sono incluse nel mio libro:

M. Monte, S. Petrotta, G. Tabacchi, Il sole a tavola. Il patrimonio agroalimentare in Sicilia, Palermo, Kalós Edizioni d’arte, 2014

4 commenti Aggiungi il tuo

  1. wwayne ha detto:

    Hai altri piatti siciliani da consigliarmi?

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    1. Ciao, se scorri troverai altre ricette sicliane nel blog, come la norma, la pasta con le sarde a mare, la caponata di mele…

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      1. wwayne ha detto:

        Grazie per la risposta! Colgo l’occasione per consigliarti questo indimenticabile film: https://wwayne.wordpress.com/2020/06/07/una-brava-persona/. Ora mi iscrivo al tuo blog! 🙂

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      2. Grazie! E grazie per il suggerimento.

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